31 maggio 2007

C'è Posta per Te...


Lunedì 28 maggio in Comune abbiamo partecipato ad una riunione della Commissione Consiliare sul servizio di refezione nelle scuole. Stiamo preparando un dettagliato resoconto per informarvi sullo svolgimento della riunione e degli argomenti trattati.

Tra questi vi è la questione del pagamento a forfait, difeso dall’assessore Bottoni che, al contrario di noi, lo ritiene migliore di quello a pasto (pago solo se mangio). Per i dettagli in proposito leggi qui.

Su questo tema abbiamo ricevuto nei giorni scorsi la lettera di una mamma che ci segnala il suo caso, ve la proponiamo integralmente.

Bologna, 25 maggio 2007

Sono mamma di una bimba che frequenta il secondo anno alla scuola dell’infanzia …… e che paga, come tutti, una quota mensile per la mensa, invariabile.

Siccome il 9 giugno partiamo per le vacanze, facendo un po’ di conti sul calendario, noto che i giorni di pasto sono 6 su 24. Ritengo così di avere diritto allo sconto del 50% sulla quota mensile, poiché la bimba fa almeno il 75% di assenza (e anche qua non è chiaro il motivo per cui non debba avere uno sconto pari al 75% …??!), come descritto dalla normativa. Dunque telefono all’Ufficio Scuola e mi dicono che, certamente ho questo diritto, ma la domanda per ottenere lo sconto posso farla solo a fine mese, quando non può più succedere che “per sbaglio” mia figlia torni a scuola durante il mese e faccia altri pasti. Inoltre posso farla entro e non oltre giugno poiché con giugno finisce l’anno scolastico.

Mi sorgono così alcune perplessità:

1. Ma perché, qualora la bimba rientrasse a scuola “per sbaglio” e facesse pasti in più, per loro dovrebbe rappresentare un problema? Si chiama appunto “domanda per la riduzione della quota”, prima di accettarla verificano che sussistano i presupposti per poterne usufruire, in caso contrario potrebbero tranquillamente rifiutarla.

2. Come è possibile che mi si faccia lo sconto sul mese di giugno, se la domanda per riceverlo la faccio alla fine del mese stesso, posto che è prevista pure una tempistica per la verifica e l’accettazione della domanda stessa? Suppongo che lo sconto sarebbe accreditato sulla quota di settembre, ma…se per qualche motivo mia figlia cambiasse scuola, o città, o che so io…?

3. Dovrei tornare a casa dalle ferie venerdì 29 apposta per fare la domanda (sempre che poi non abbiano il dubbio che anche quel giorno la bimba possa mangiare a sbafo, visto che gli uffici sono aperti solo la mattina), cosa che mi è assolutamente impossibile.

Allora ben intenzionata a non subire un furto legalizzato, richiamo l’Ufficio Scuola e propongo all’impiegata i miei quesiti, speranzosa. L’impiegata invece mi dice che, vista la mia situazione, mi conviene andare all’URP ed esonerare la bambina dalla mensa per tutto il mese di giugno, così non pago nulla. Ok. Ma…? Per 6 giorni dovrei così andarla a prendere alle 12!!! Come fare??!! Si accettano suggerimenti…

L’alternativa è pagare i 96 euro e rotti per la mensa e lasciare perdere…

Questo perché continuiamo a pagare mensilmente e non a pasto, nonostante siano anni che dicono di voler introdurre questa formula per tutti!!

E’ davvero uno scandalo.

lettera firmata”

22 maggio 2007

Commercio equo e solidale in mensa.... ma non a Bologna.


“Novità nelle mense di Roma: nei prossimi 5 anni il Comune di Roma destinerà 30 milioni di euro all’acquisto di prodotti del commercio equo e solidale (Comes) nelle proprie mense scolastiche.

Negli asili e nelle scuole medie ed elementari romane vengono serviti 145 mila pasti al giorno. Ogni settimana gli alunni consumeranno 290 mila banane, 3900 kg di cioccolato e 286 mila confezioni di snack. Al progetto “mense solidali” hanno aderito un centinaio di Comuni (tra i più grandi Genova, Torino e Firenze)…”( tratto dalla rivista ‘Altra Economia’)

Con Commercio equo e solidale (o semplicemente Commercio equo) si intende quella forma di attività commerciale, nella quale l'obiettivo primario non è la massimizzazione del profitto, bensì la lotta allo sfruttamento e alla povertà legate a cause economiche o politiche o sociali. È, dunque, una forma di commercio internazionale nella quale si cerca di garantire ai produttori ed ai lavoratori dei paesi in via di sviluppo un trattamento economico e sociale equo e rispettoso, e si contrappone alle pratiche di commercio basate sullo sfruttamento che si ritiene spesso applicate dalle aziende multinazionali. Il commercio equo-solidale interviene creando canali commerciali alternativi a quelli dominanti, al fine di offrire degli sbocchi commerciali a prezzi minimi a coloro che producono in condizioni ritenute più sostenibili. La produzione biologica sempre più presente tra i prodotti alimentari è dovuta da un lato alle scelte dei consumatori del Nord per un cibo più sano, ma anche per evitare ai contadini e operai di esporsi a prodotti nocivi per l'uomo e per motivi di salvaguardia dell'ambiente. A volte sono gli stessi contadini a decidere per l'agricoltura biologica quale tecnica tradizionale di coltivazione.

I principali vincoli da osservare per quel che riguarda i produttori sono i seguenti:

  • divieto del lavoro minorile
  • impiego di materie prime rinnovabili
  • spese per la formazione/scuola
  • cooperazione tra produttori
  • sostegno alla propria comunità
  • creazione, laddove possibile, di un mercato interno dei beni prodotti

Gli acquirenti dei paesi ricchi, si assumono impegni quali:

  • prezzi minimi garantiti (determinati in accordo con gli stessi produttori)
  • quantitativi minimi garantiti
  • contratti di lunga durata (pluriennali)
  • consulenza rispetto ai prodotti e le tecniche di produzione
  • prefinanziamento

E il Comune di Bologna? Abbiamo perso anche questo treno?

15 maggio 2007

Il cestino, questo misterioso…


A seguito dello sciopero nazionale indetto dalle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori del commercio e turismo per l'intera giornata di venerdì 11 maggio è stato comunicato dal direttore di Se.ri.bo, Cesare Console, che sarebbe stato attivato un servizio sostitutivo che prevede la fornitura di un cestino così composto:
- 2 panini da 50gr circa cadauno imbustati singolarmente
-1confezione di formaggio Philadelphia da 62gr
-1 confezione di prosciutto crudo da 60 gr circa (sostituito da 2 confezioni da 20 gr. di Parmiggiano Reggiano per i fruitori di diete no maiale o vegetariana)
-1 succo di frutta bio da 200ml
-2 confezioni di merendine bio

*Ai fruitori di diete per patologie sarebbe stato garantito il normale servizio.*

Per le scuole medie e gli alunni dei nidi il menù fisso del giorno sarebbe rimasto invariato, dunque:
-pasta all'olio
-ricotta
-insalata di carote
-banana (per le medie)

Abbiamo voluto essere presenti in data 11 maggio per vedere da vicino questo ormai famoso “pasto alternativo”.

Prendiamo atto anche in questa occasione della novita’. Considerando che siamo partiti da una situazione in cui si pagava per un pasto non fornito, oggi ci troviamo con un pasto alternativo discreto, che viene fornito con le dovute varianti anche a chi segue delle diete particolari.

Ma la domanda che ci siamo posti è la seguente: Cos'e' cambiato dall'ultimo sciopero? Perche' ogni volta viene utilizzato un sistema pasto sostitutivo diverso? Prima nulla si poteva mangiare e si pagava, poi nulla da mangiare e nulla da pagare, in seguito si mangia ma no diete, infine si mangia comprese le diete....che succederà la prossima volta ?

Se di sciopero si tratta, chi ha cucinato i pasti caldi per le diete speciali?

Per quanto riguarda la composizione del cestino: perche' sempre Philadelpia e non grana (tra l’altro quasi mai inserito nei menu quotidiani) dal momento che il Philadelpia e’ gia’ abbondantemente presente nei menu’ mensili? perche' il grana solo alle diete? e gli altri formaggi del capitolato?? Perche' i succhi bio o merende bio compaiono solo in caso di cestino (sulla confezione singola della merendina non compariva indicazione del bio…)? Perche' la banana solo per le medie e non di prassi per tutti i cestini visto che non richiede lavaggio?
Il dubbio finale e’: questi “aggiustamenti in corsa” perche’ c’e’ stata una forte presa di posizione da parte degli utenti o perche’ c’e’ la seria volonta’ di modificare realmente qualcosa?

Sì, oggi siamo soddisfatti nel vedere che qualcosa si muove…
Oggi e solo oggi, perchè per quanto riguarda gli altri giorni, riteniamo ci sia ancora tanta strada da fare.

03 maggio 2007

Lettera aperta dei dipendenti SeRiBo alle famiglie.


Le scorse settimane è stata distribuita nelle scuole questa lettera aperta dei dipendenti della SeRiBo alle famiglie, avente lo scopo di spiegare il motivo delle frequenti assemblee sindacali che nell'ultimo periodo hanno creato disagi e malumori.
Pubblichiamo la lettera convinti di dover dare una visione il più possibile ampia delle problematiche sottostanti l'argomento " pasto a scuola".

"LETTERA APERTA ALLE FAMIGLIE DELLE BAMBINE E DEI BAMBINI DELLE SCUOLE DI BOLOGNA

Siamo le lavoratrici e i lavoratori di SeRiBo, la società che attraverso il nostro lavoro ogni giorno produce i 17.000 pasti destinati alle vostre figlie e ai vostri figli che frequentano la scuola elementare e la scuola d’infanzia.
In quest’ultimo periodo spesso i vostri figli e le vostre figlie hanno mangiato il pasto freddo sostitutivo oppure, nel caso seguano una dieta, si sono dovuti portare il pasto da casa.
Alcuni genitori hanno telefonato arrabbiati nelle sedi del nostro sindacato perché sarebbe stato loro detto dall’azienda che la “colpa” di questa situazione è dei lavoratori e dei loro sindacati, cosa che, se vera, sarebbe davvero molto grave.
Con questa lettera, da una parte ci vogliamo scusare per il disagio che vi arrechiamo, dall’altra vi vogliamo spiegare per quale motivo continuiamo a volere fare sentire la nostra voce e a chiedere una qualità migliore del lavoro, rispetto degli accordi, miglioramento della qualità del servizio.
Sono quasi quattro anni che il servizio pasti non è più gestito direttamente dal Comune di Bologna (che è il socio di maggioranza di SeRiBo). Da allora, nonostante tre accordi firmati, di cui due dall’attuale Amministrazione Comunale, che pervicacemente l’Azienda si ostina a non applicare, le nostre condizioni ed i nostri diritti si sono progressivamente ridotti.
Chi di noi è stato assunto successivamente alla nascita di SeRiBo ha stipendi più bassi, orari di lavoro più alti e meno diritti, rispetto a chi operava già in questo servizio (e che ancor oggi vi opera).
Non abbiamo neppure una formazione certa, continuativa e garantita, in grado di darci maggiori competenze per assicurare la qualità in un servizio così delicato come quello che svolgiamo.
L’azienda ha risposto sempre in modo negativo alle nostre richieste, che erano la pura e semplice applicazione degli impegni firmati dal Comune, proprietario del 51% dell’azienda stessa, e riguardavano la parità di trattamento a parità di lavoro fra “vecchi” e “nuovi”.
Non possiamo che ricorrere a tutte le forme di visibilità possibili, perché questo argomento torni nuovamente al centro dell’attenzione e non venga archiviato come l’Azienda e il Comune hanno continuamente tentato di fare.
Vorremmo dirvi che la battaglia che stiamo portando avanti è una battaglia in cui ci piacerebbe avervi alleati. Molti di noi ricordano l’eccellenza di un servizio come il Centro di Produzione Pasti del Comune di Bologna, non si rassegnamo e vorremmo tornare a quei livelli di eccellenza, non sopportiamo più lo spreco di risorse che si determina quando, ad esempio, un nuovo assunto, al quale si è dedicato del tempo prezioso per insegnare a lavorare nel servizio, scappa quando si rende conto delle condizioni di lavoro in cui è costretto a prestare la propria attività.
Vi chiediamo di avere pazienza e ci scusiamo per il disagio che vi abbiamo arrecato e per quello che vi arrecheremo, perché è corretto che vi diciamo che utilizzeremo tutte le modalità sindacali che abbiamo a disposizione per portare avanti la nostra vertenza, che è sì una battaglia per le nostre condizioni di lavoro e per la qualità del nostro lavoro, ma è anche una battaglia per una maggiore qualità del servizio di ristorazione dei bambini e le bambine di Bologna.

Bologna aprile 2007

Le lavoratrici e i lavoratori di
Se.Ri.Bo."