26 novembre 2007

A scuola di Bio

A scuola “le mense scolastiche dovrebbero fornire agli studenti cibi preparati esclusivamente con prodotti biologici e locali”, lo sostiene Giuseppe Fioroni, ministro della Pubblica Istruzione.

In 658 mense scolastiche i menu’ sono costituiti,in tutto o in parte, di frutta e verdura,pane e pasta, e anche carne, formaggi e condimenti di produzione biologica e locale. È questa la realtà sotto gli occhi di molti genitori che, magari per la prima volta, hanno letto nei menu’ dei loro bambini le parole “proveniente da agricoltura biologica”.

Le Istituzioni italiane si stanno impegnando per portare cibi biologici e di qualità nelle mense delle scuole dell’obbligo e per educare a un corretto stile alimentare basato sul giusto equilibrio quantitativo e qualitativo degli alimenti. Merendine e diete squilibrate devono ricordarci che, da un corretto stile alimentare, discende la salute e la protezione dalle malattie, soprattutto quelle che con l’alimentazione hanno molto a che vedere come l’obesità e soprappeso, che in Europa toccano un bambino su quattro. I genitori possono affiancarsi alle Istituzioni partecipando alla Commissione Mensa,organismo che affianca il Consiglio di Circolo/d’Istituto a cui, con semplice lettera, qualsiasi genitore può fare domanda.

I rappresentanti sono autorizzati ad effettuare controlli a sorpresa sia nelle cucine sia sui tavoli da pranzo, e possono: mangiare, assaggiare,verificare le autorizzazioni e le certificazioni, controllare lo stivaggio, le scadenze e conservazione dei prodotti e dei pasti.

La Commissione può essere di grande aiuto per incentivare e sostenere progetti di sana alimentazione come quello che nei distributori automatici di merendine siano presenti frutta e verdura fresche, come avviene già in alcune scuole romane. A questo proposito va segnalato che l’Aidi (associazione che riunisce l’85% delle industrie dolciarie italiane), sulla base di una ricerca sulle abitudini alimentari dei bambini realizzata per il Moige (Movimento Italiano Genitori), ha annunciato di voler limitare la disponibilità di merendine e dolci nei distributori automatici delle elementari e medie, e ha dichiarato che “Non mettendo le merendine nei distributori non vogliamo dire che i nostri prodotti non vadano mangiati, ma che bisogna farlo sotto il controllo dei genitori”.

Ma anche in casa è importante offrire ai bambini alternative sane. Secondo infatti una ricerca del CNR di Avellino e dell’ISA (Istituto di Scienze dell’Alimentazione) che ha preso in esame alcuni alunni per verificare le cause dell’obesità, è emerso che la famiglia è un luogo a rischio, dove si acquistano “pacchi di merendine da 6-12-24 pezzi” lasciati ai bambini magari davanti alla TV.

da Benedetta Torrani (direttrice de il Mangiabio)

21 novembre 2007

Notizie utili

A seguito di una richiesta specifica fatta tempo fa alla nostra Redazione, abbiamo pensato di illustrare, nell’ articolo a seguire, la prassi da adottare in caso di sospetta tossinfezione alimentare.
La procedura si svolge in contemporanea su due fronti:

· quello scolastico ( avvertendo la Dirigenza di riferimento della propria scuola)
· quello sanitario contattando il Dipartimento Sanità Pubblica settore profilassi allo 051/607.97.01/02 comunicando, al medico del settore, la scuola e il numero delle persone coinvolte.

Questo iter può attuarsi anche solo per un SINGOLO caso o per più casi, anche sospetti.
Da qui poi verranno fatti accertamenti nel Centro Pasto coinvolto che è tenuto alla “catalogazione” in appositi contenitori, di tutti gli alimenti preparati e serviti alle scuole, ma anche su ciò che il bambino ha mangiato o bevuto fuori da scuola.

Possono essere fatte altresì segnalazioni per mancanza di igiene (insetti, sporcizia..) al Dipartimento di Sanità Pubblica Unità Operativa Igiene Alimenti Nutrizione al fax. 051/607.98.72.

I nostri consigli sono quelli di verificare bene se ci si trova in uno dei molti casi di gastroenterite che ormai dilagano sempre più in tutte le comunità (specialmente quelle scolastiche) consultandosi con un medico di fiducia che sia in grado di certificare i propri sospetti (magari avvalendosi di esami specifici di laboratorio) e l’altro è quello di muoversi in tempi veloci, ma in forma preferibilmente scritta (raccomandata, fax).

12 novembre 2007

A proposito di realtà migliori…un esempio da seguire!

La Città di Grugliasco (TO) può essere considerata fra gli antesignani, in Italia, rispetto ad un utilizzo generalizzato di derrate biologiche nella ristorazione collettiva. Il Comune è stato tra i primi in Italia a basare le proprie attività di ristorazione collettiva su derrate coltivate biologicamente e ad aver costituito una società partecipata, la Bioristoro, che raggiunge una platea di circa tremila utenti giornalieri con cibi biologici.

Risale, infatti, al 1993 la somministrazione dei primi pasti biologici nelle mense gestite dall’Amministrazione comunale e riferite ad una varietà di utenti che comprendeva, e comprende, la fascia materno-infantile (Nidi e materne), gli allievi dell’obbligo, i disabili frequentanti i centri socio-terapeutici, gli anziani, gli stessi dipendenti comunali. Negli oltre dieci anni dall’avvio del nuovo corso alimentare, l’impianto di cottura comunale ha servito, complessivamente, oltre 3 milioni di pasti confezionati con ingredienti biologici. Un volume di preparazioni così ampio, accompagnato e sostenuto da annuali iniziative di educazione alimentare verso insegnanti e famiglie, ha svolto una significativa funzione di stimolo, sia sul versante della domanda di alimenti ‘naturali’, sia sul versante dell’offerta e produzione di derrate biologiche nel territorio regionale ed extraregionale.
Proprio le campagne promozionali e informative promosse dall’Amministrazione comunale, del resto, hanno a più riprese messo in evidenza uno dei cardini del progetto alimentare fatto proprio dalla Città: vale a dire il costante abbinamento fra il ricorso a prodotti biologici e la formulazione di menù largamente imperniati sui piatti e gli alimenti della dieta mediterranea, intesa come vero e proprio stile alimentare che si pone come necessario complemento e completamento rispetto alla salubrità delle materie prime impiegate.
Se tale impostazione globale è riuscita ad affermarsi nel territorio cittadino e a diventare un elemento qualificante dei servizi offerti a scuole e famiglie, ciò è dovuto a due peculiarità che vale la pena di riaffermare, in chiave di buone pratiche:
- il progetto non è stato calato dall’alto, in forma preconfezionata, ma si è formato in concomitanza con un lavoro di preparazione diffuso nella comunità locale, che ha fatto largamente leva sulle istituzioni scolastiche, sulla mediazione degli insegnanti più illuminati e sulla credibilità di non pochi medici di base;
- questo coinvolgimento già nella fase aurorale del progetto si è concretizzato nella partecipazione di rappresentanti della componente genitori all’interno della prima commissione di gara che aggiudicò l’appalto-concorso finalizzato alla nuova gestione delle attività ristorative;
- la mobilitazione di interesse e attenzione verso il nuovo corso alimentare si è consolidata e, in un certo senso, istituzionalizzata in un organo consultivo, quale il Comitato tecnico-scientifico, composto da Dirigenti scolastici, docenti, rappresentanti dei genitori ed operatori di settore, periodicamente chiamato in causa per fornire il proprio contributo alle strategie da adottare in materia di ristorazione collettiva. Come in non poche altre circostanze, anche in questo caso la permeabilità e vicinanza dell’Ente locale alla sua collettività hanno coinciso con un fattore vincente di innovazione.
Il servizio comunale di refezione scolastica, che nei suoi 24 anni di funzionamento ha prodotto quasi 8 milioni di pasti, è attualmente appaltato alla Ditta …CAMST.

Perché Camst non si attiva anche a Bologna dove è socia con Seribo??
Perché la nostra Amministrazione Comunale non ha la volontà politica e non sente il dovere di lavorare in questa direzione, nel contesto di una generalizzata quanto urgente attenzione verso il cibo quale causa prima di varie patologie?