13 febbraio 2007

Un piccolo passo avanti



Menu di febbraio del nostro Istituto Comprensivo:
…sorpresa!!!
Il pesce proposto non si limita al solito halibut, ma comprende platessa e polipo!
Ed è ricomparsa la ricotta!!!
Queste variazioni, sono alcune delle tante da noi proposte e discusse nell'incontro con Seribo dello scorso mese e che vi abbiamo raccontato nei recenti articoli del blog.
E’ dal nostro punto di vista un primo piccolo passo verso quel positivo e costruttivo rapporto che noi auspichiamo di potere instaurare con il fornitore dei pasti scolastici.
Vorremmo invitare genitori, insegnanti e i comitati mensa come noi interessati al cambiamento a fare commenti sui nuovi piatti proposti nelle date del 15 e 26 febbraio. Noi ci saremo e su questo sito vi racconteremo le nostre impressioni.

In questi giorni ci siamo divertiti ad analizzare i menù degli ultimi 4 mesi, e ne abbiamo tratto queste conclusioni:
• Legumi, ottima alternativa alla carne, vengono proposti mediamente 1 volta al mese e solo sotto forma di fagioli in passato o piselli come contorno.
• Il pesce, almeno fino ad ora, viene proposto nel mese mediamente 3 volte ed è esclusivamente halibut, escludendo le rare crocchette non meglio definite. Come condimento della pasta compare solo il tonno e nell’economia di 4 mesi solo 1 volta!
• In pratica non esiste alternanza di cereali se non per sporadici orzo o farro mensili e non sempre entrambi presenti.
• Il riso nell’arco di 4 mesi è comparso 2 volte, sempre in bianco e nello stesso mese!
• La pasta integrale, auspicabile in una dieta sana, malgrado l’abbondanza di giornate nelle quali viene proposto il ragù di bovino (in media 4 volte al mese) con il quale questa pasta potrebbe essere molto tranquillamente accettata anche dai bimbi, non compare mai.
• I formaggi, peraltro privi di varietà (stracchino o Emmental), sotto varie forme vengono spesso proposti insieme alla carne (e ci dicono sia un matrimonio da evitare!) in un’alta media di 3/4 volte al mese.
• La carne di pollo compare nel menu mensile 4 volte. La carne di suino sotto varie forme (salume in crocchette o polpettone) 2 volte al mese e spesso accompagnata dalle parrebbe inseparabili patate. Non compare mai sulle tavole (anche se annunciato..) il prosciutto crudo al posto di quello cotto (ben più grasso).
• Mancano molte verdure nella rotazione dei contorni: spinaci, bietole, cavolfiore, carciofi, sedano, broccoli… peraltro tutti tipici della stagione invernale.

Questo perché deve essere chiaro che la strada da fare è ancora molta, ma dobbiamo riconoscere a Seribo di averci ascoltato e di avere mosso un primo, piccolo, piccolo passo verso una maggiore varietà nel menù.
C’è ancora tanto da fare, ma ci sembra un buon inizio e ci auguriamo che sia il preludio di un cambiamento sostanziale, aiutato anche da varie novità strutturali che ci sono state preannunciate.

06 febbraio 2007

Forse non tutti sanno che ...





… a Bologna non tutte le famiglie pagano la stessa cifra e nello stesso modo il servizio mensa, e che in caso di sciopero non siamo tutti trattati uguale.
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza:
Esistono due regimi di pagamento del servizio mensa : a consumo e a forfait.

Chi paga a consumo (elementari a modulo) paga 4,78 euro (iva inclusa) per ogni pasto effettivamente consumato. Ciò significa che in caso di assenza, di sciopero o in generale della mancata erogazione del servizio, il pasto non viene conteggiato e non viene pagato.

Per chi paga a forfait (materne, elementari a tempo pieno, modulo con servizio mensa integrato) le cose vanno diversamente. Per sua stessa natura il pagamento a forfait non prevede un prezzo unitario per il singolo pasto, quindi le assenze giornaliere, gli scioperi o in generale la mancata erogazione del servizio non possono essere decurtati dal bollettino (anche se per i periodi di assenza molto prolungati esiste uno sconto).

Nel caso di pagamento a forfait è però possibile valutare un prezzo medio virtuale del pasto che ammonta a circa 4,53 euro (iva inclusa) nell’ipotesi in cui l’alunno consumi effettivamente tutti i pasti dell’anno scolastico in corso. Oltre la decina di assenze o scioperi o mancata erogazione del servizio nel corso dell’anno il prezzo medio risulta più alto di chi paga a consumo, rendendo di fatto il pagamento a forfait svantaggioso per l’utente

Ricapitolando alcuni non pagano i pasti nei giorni di assenza e di sciopero, altri sì.
Senza entrare nel merito di quale forma di pagamento sia da considerare migliore, si verifica una disparità di trattamento tra gli utenti.

Ma che fine fanno le quote pagate da chi è, contro il suo volere, tenuto a pagare un servizio di cui non ha usufruito?!?!
Seribo percepisce un compenso solo se eroga il pasto.
Il pagamento della retta viene riscosso direttamente da Seribo (circa 11 milioni di euro l’anno) e trattenuto come anticipo di quanto il Comune deve pagare all’Azienda per il servizio (circa 14 milioni di euro l’anno).
A fine anno il Comune paga a Seribo la differenza (circa 3 milioni di euro l’anno) tra quanto dovuto all’Azienda e quanto incassato direttamente dalla stessa con le rette.
Cosa succede in caso di sciopero?
In caso di sciopero Seribo non eroga il pasto e quindi non percepisce alcun compenso.
Alcune famiglie pagano il pasto, altre no.
I soldi versati per il pasto pagato ma non erogato rimangono al Comune di Bologna (sotto forma di minore disavanzo verso Seribo a fine anno)

Ringraziamo Seribo nella persona del dott. Console e il Comune di Bologna nella persona del dott. Cammarata che si sono resi disponibili per chiarirci le dinamiche contabili che regolano il servizio di erogazione pasti, con l‘auspicio che in tempi brevi si possa provvedere a revisionare il sistema di pagamento in uso, al fine di raggiungere una maggiore uniformità ed equità.