02 ottobre 2007

La pappa Bio non costa di più

A chi si chiede che cosa cambia nel portafoglio se nella mensa si inserisce il bio, la risposta viene dall'ufficio stampa dei Verdi che da tempo sostengono che non ci si può più nascondere dietro la banalità che il biologico costa di più senza analizzare tutti i benefici che invece ne derivano. Già nel maggio del 2005, l'allora consigliera regionale dei Verdi Daniela Guerra (che aveva ricoperto il ruolo in Regione di delegata per l'educazione alimentare e l'orientamento ai consumi) portava avanti con determinazione una linea ben chiara di politica alimentare. Vi riproponiamo i punti principali:

"Lavorando sulla legge regionale 29 del 2002, quella che ha previsto pasti con ingredienti al cento per cento bio per i bambini di nidi, materne ed elementari - spiega Guerra - in linea generale abbiamo stimato che l'introduzione di "tutto bio" in un menù scolastico standard comporta un aumento dei costi del 7-10%". "L'aumento va infatti applicato solo alle materie prime, che in quanto biologiche costano circa il 25-30% in più di quelle convenzionali - continua - ma considerando che l'incidenza del costo delle materie prime sul costo totale del pasto solitamente è variabile fra il 25 e il 33%, il costo complessivo del pasto risulta nell'ordine del 7-10%, come confermano i Comuni della nostra Regione che già hanno fatto questa scelta". "Un 10 per cento in più a Bologna significherebbe 48 centesimi di euro in più al giorno per fare mangiare biologico i nostri bambini - aggiunge Guerra - Una scelta per tutelare il diritto alla salute in virtù del principio di precauzione, che considera più sicuro per i bambini consumare prodotti agroalimentari di qualità regolamentata, e perciò più controllati, che non costringe i più piccoli a consumare residui di fitofarmaci". "I costi potrebbero poi essere ulteriormente contenuti se insieme all'introduzione del bio si iniziasse a parlare di menù biomediterraneo (che sostituisce ad esempio le proteine animali con quelle vegetali) e di piatti unici (che consentono meno sprechi) - continua Daniela Guerra - I genitori chiedono giustamente più qualità complessiva, perché il pasto in mensa accompagna bambini e bambine per un lungo periodo di vita e questa continuità assume un ruolo molto importante nella formazione delle abitudini alimentari". "Un cibo sano e contemporaneamente gradito ai bambini, collegato a un ambiente confortevole e ricco di stimoli emotivi positivi può trasformarsi in un modello di apprendimento, che si imprime nella memoria e indirizza il consumo sulla via della salvaguardia della salute - conclude Guerra - Per raggiungere questo obiettivo occorre però che i piatti proposti siano realizzati nel modo ottimale dal punto di vista culinario, che i luoghi e i tempi adibiti al consumo del pasto a scuola rispettino le esigenze dei piccoli commensali, e infine che tutte le persone coinvolte in questo percorso siano consapevoli dell'importanza formativa".
(Ufficio Stampa Verdi)

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Good post.

lunedì, 10 novembre, 2008  

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