28 settembre 2007

La salute del bambino di oggi, adulto di domani


Dal 13 al 15 settembre, si è svolto a Bologna, il Congresso Nazionale dei pediatri (Fimp) e, come sempre da un po’ di tempo, il segnale di ritorno sul tema ALIMENTAZIONE è lo stesso: troppi grassi, il 30% dei bambini italiani è già in soprappeso.
Ricerche provenienti da più Paesi dimostrano ormai come diete abitualmente a basso contenuto in grassi ( e quindi meno caloriche) e più ricche in fibra, siano in grado di dimezzare il rischio della comparsa del diabete nell’età adulta e che, abitualmente, i nostri figli mangiano sempre più troppe proteine trascurando solo quelle “nobili” del pesce.
L’obiettivo realistico, secondo le linee guida pediatriche, sarebbe quello di far consumare, almeno tre porzioni di pesce, non fritto, alla settimana e di incentivare sempre più l’utilizzo di frutta e verdura di stagione sia a pranzo che a cena, privilegiando la frutta a merenda.
Si evidenzia anche che gli inquinanti ambientali, che contaminano sempre più il cibo assunto dall’uomo, si accumulano nell’organismo (il famoso “nulla si crea e nulla si distrugge.”) con conseguenze, anche a lungo termine, da non sottovalutare.
Da studi condotti in Svezia e Gran Bretagna si è rilevata un’associazione tra sostanze chimiche contenute nei pesticidi e nelle plastiche e un aumento del rischio di sviluppare tumori e diabete.
Il messaggio è chiaro: le abitudini nutrizionali incidono sulla nostra salute e diete povere di nutrienti di origine vegetale (vitamine, minerali, oligoelementi) associate all’eccesso di riserve caloriche, provocano dei danni non sempre recuperabili (obesità, ipertensione, intolleranza al glucosio..).
Il vero problema di fondo forse, è però che, al di là delle informazioni sull’immediato “allarmanti” (per il cibo, per il clima, per l’inquinamento…),manca una vera presa di posizione da parte delle famiglie e delle strutture che si occupano di tali ambiti. Siamo tutti d’accordo sulla carta,ma poi, di fatto, i nostri figli continuano a mangiare merendine veloci a casa e a scuola,continuano a mangiare in mense dove non si da il giusto valore alla qualità biologica del cibo,si muovono sempre meno e diventano sempre più cicciotelli.

Quando vorremo davvero spezzare questa catena?

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

E' sempre il solito discorso..trito e ritrito,peccato che anche la scuola non collabori (fra qualità delle mense e compiti pomeridiani...)ad incentivare fin da piccoli uno stile di vita più sano.Forse così ci preparano i figlioli per le cure dei pediatri...

venerdì, 28 settembre, 2007  
Anonymous Anonimo said...

E' VERO CIO' CHE DICE QUESTO POST,E CIOE' CHE LA FAMIGLIA IN PRIMIS DEVE DARSI UNA MOSSA..
MA E' ANCHE VERO CHE PURE I PEDIATRI NON FANNO MOLTA EDUCAZIONE ALIMENTARE, COSI' COME NON LA SI FA A SCUOLA E MEN CHE MENO NELLE MENSE DOVE TUTTO CIO' CHE ARRIVA NON DERIVA MINIMAMENTE DA UNA CONCERTAZIONE D'INTENTI VIRTUOSI..SI PENSA ANZI ESCLUSIVAMENTE E SOLO AD IN RITORNO ECONOMICO!
NON INTERESSA A NESSUNO LA SALUTE DEI NOSTRI FIGLI, ANZI, DIRO' DI PIU', E' UTILE CHE MANGINO MALE, SI AMMALINO PIU' SPESSO E SEMPRE PRIMA ANCHE DI MALATTIE GRAVI E DEBILITANTI COME IL DIABETE PER POI FAR SOLDI PROPRIO SU QUESTO...UNO SCHIFO, CHE SOLO LA FAMIGLIA CONSAPEVOLE ED INFORMATA PUO' EVITARE!
QUINDI GRAZIE ANCHE A VOI DEL BLOG CHE NEL VOSTRO PICCOLO CERCATE DI FARE INFORMAZIONE!

martedì, 02 ottobre, 2007  

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