13 aprile 2007

Le diete speciali









Vorremmo approfondire ulteriormente gli argomenti trattati negli articoli passati del 6 febbraio “Non tutti sanno che” e del 18 marzo “Mercoledì 14 marzo: il pasto non è stato pagato doppio..”.

Per correttezza verso le cosiddette “diete speciali” a fronte delle novità emerse successivamente alle ultime assemblee sindacali dei dipendenti Seribo (ai quli ribadiamo di non volere ledere in alcun modo il loro diritto di sciopero), in seguito alle quali sono stati erogati i cosiddetti “cestini preconfezionati” in sostituzione del pasto.

Vogliamo a tal proposito inserire estratto di una lettera pervenutaci da un genitore di una scuola primaria di Bologna:

Salve, anche io sono un genitore preoccupato per la salute dei propri figli( …)
La settimana scorsa con un avviso sul diario comunicavano che il pasto non sarebbe stato fornito ed al suo posto sarebbero stati consegnati i famosi ‘sacchettini’, ad esclusione delle diete(…)

Ora, la mia rabbia è scoppiata quando(…)preparati i panini speciali in casa per mia figlia (la quale è celiaca ed il cibo adatto alla sua allergia costa il triplo di quella “normale”) alla sera ho visto portare da mia figlia a casa il sacchetto uguale agli altri contenente un formaggino (che per lei è veleno).
Il giorno dopo mia moglie si è recata al centro produzione pasti urlando tutta la sua rabbia per l'accaduto, ma l'unica persona che pare ne pagherà le conseguenze è l'addetta all'interno della scuola la quale, per non far sentir male i bambini, toglieva il contenuto non idoneo dal sacchetto e lo restituiva semivuoto( ....)
Ora, per cortesia, vorrei sapere da Voi cosa possiamo fare?(…)”

Lettera firmata

Questo è un caso estremo ed allarmante. Un errore molto pericoloso.

Ci sono stati segnalati altri casi particolari: bambini allergici esclusivamente al tacchino o vegetariani ai quali non viene assegnato il “cestino preconfezionato”; giustamente le madri ci hanno fatto notare che al primo bambino il sacco potrebbe essere tranquillamente consegnato integro, mentre al secondo lo potrebbero semplicemente preparare senza prosciutto crudo. Inoltre vorremmo far notare come il formaggio contenuto nel sacco (peraltro sempre lo stesso) non sia adeguatamente conservato, mancando contenitori preposti a questo uso o frigoriferi ; ed anche come non sia previsto alcun frutto che non richiede preparazione particolare o lavaggi da parte dei dipendenti Seribo.

Possiamo anche pensare ad un problema squisitamente logistico per la ovvia mancanza di personale in quelle giornate, ma immaginiamo che i sacchi vengano confezionati con largo anticipo, con la conseguente possibilità di preventivare la preparazione di sacchi per alcune particolari diete speciali come quelle sopra citate.

Le importanti problematiche di cui sopra sono legate a doppio filo con il seguente problema :

le diete speciali frequentanti le elementari a tempo pieno e le scuole dell’infanzia pagano ugualmente ciò che non ricevono. Esattamente come prima della recentissima introduzione del “cestino preconfezionato” (rivelatasi una scelta ‘infelice’, oltre che ingiusta dal punto di vista economico).

E di nuovo si torna all’iniquità economica del servizio mensa, spinoso e annoso problema che sarebbe subito risolto se il Comune, come ogni anno solo ed esclusivamente promesso, attuasse finalmente la riforma delle rette trasformandole, come sarebbe ovvio e soprattutto giusto, in rette a consumo per tutti.

3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

uno dei giorni del cestino preconfezionato sono andata a vederlo e notai che i bambini di prima non avevano modo di tagliare il pane, quindi lo mordevano e mi chiedo come avranno fatto a mangiare il formaggio Philadelphia?? Il prosciutoo crudo aveva la forchetta, ma per quelli che non la mangiano, non ha servito a molto. considerando il "cestino infelice" come dice l'articolo e il pericolo di consegnare la roba sbagliata alle diete speciale, oppure di non venire incontro alle diete speciali, non sarebbe meglio che a questo punto è meglio lasciare che le TUTTE famiglie preparino il pranzo a sacco nei giorni di assamblea o sciopero e che il prezzo del pasto venga decurtato dal MAV?

Forse solo decurtanto la cifra, il Comune finalmente inizierà ad interessarsi alla questione.

giovedì, 19 aprile, 2007  
Anonymous Anonimo said...

Brava mari hai perfettamente ragione. Grazie per la buona volontà ma forse è piu semplice lasciare decidere a noi cosa far mangiare in queste occasione ai nostri figli.
ugli

venerdì, 27 aprile, 2007  
Anonymous Anonimo said...

Ugli, forse non hai capito che sono un genitore e non chissàchicredevi. Sono andata in mensa a vedere cosa davano ai nostri figli da mangiare quel giorno. Sì perchè bisogna anche confrontare la teoria con la realtà.
spero che anche tu fai parte di un comitato mensa ATTIVO, vero???

giovedì, 03 maggio, 2007  

Posta un commento

<< Home